giovedì 15 maggio 2008

motocamporella 2° parte

.... e li, sfilati guanti e caschi, assicurate con catene, bloccadischi ed antifurti di ultima generazione le nostre fide compagne di viaggio (…le moto, eh !!), parte una raffica di domande, neanche fossi una spia americana a Berlino est nel 1957: “ A Cicò, che c’hai?” “Che è successo?” “Com’è così piano?”. Scatto d’orgoglio del motociclista che è in me “Ma non so, credo sia il filtro dell’aria nuovo … probabilmente devo rivedere un po’ la carburazione” “Eh, c’ho la gomma dietro un po’ scalinata, facevo fatica a buttarla giù” “Mi si è sporcata la visiera ed io se non c’ho la visibilità ottimale non rendo” ….. ….. ……. Cazzate. Semplici, univoche, ineluttabili, inconfondibili cazzate: la verità è che non sono buono a portare la moto. Mi piace e tanto pure, però, sotto sotto, c’ho paura de cascà. Tutto qua. Probabilmente è il mio limite, nato soprattutto dal fatto che ho scoperto la moto tardi rispetto alla maggioranza dei motociclisti. Però, a mio avviso, è anche un mio pregio, perché sono consapevole del mio limite, andando oltre il quale metterei in pericolo me stesso e le persone che ho intorno e stanno con me. Vabbè, dopo questo momento “esistenzial-filosofico” annamo a magnà, che poi è lo stimolopiù vero e profondo – seppur spesso inconfessato – di quasi tutti i motociclisti. La lettura del menu rende Roberta (santa subito), già provata dal giro e dalla mia guida, particolarmente felice: quasi tutto è a base di funghi e lei due cose non mangia: aglio e funghi. Comunque, leggendo bene, in fondo all’ultima pagina, dopo le voci “Pane&Coperto” e “Tornate a trovarci”, riusciamo a scorgere un antipasto di crostini misti (dei quali uno con funghi) ed un piatto di pappardelle al cinghiale: e Roby sta a posto. Il resto della truppa si fionda su un ottimo sufflè di parmigiano e pecorino di fossa, servito su un letto di funghi, chi si lancia su cervo in agrodolce chi (come il sottoscritto) su notevoli ravioli funghi e tartufi, chi su costolette allo scottadito il tutto accompagnato da cicorie e svariate patate fritte e al forno. Quanto sopra viene sommerso da svariate caraffe di birra alla spina e da un dimenticabilissimo rosso di Orvieto (prossima volta si va alla carta) e concludiamo con un trionfo di fragole con panna (cliente del ristorante, ben vestito, con stomaco prominente ed evidenti segni di affaticamento alcolico. Si affaccia fuori dal locale e con piglio burbero richiama i bambini :”munelli ! Uenite ‘chè so ‘rrivate le fragule co la panda”) mentre io ogniqualvolta leggo crema catalana non vado oltre ed era ottima, una delle migliori ultimamente assaggiata. A far da degna sepoltura al tutto, caffè e smodate quantità di ammazzacaffè, che il buon Enzino provvede a spazzolare dai vari bicchieri; nell’ordine: sambuca, scolatura di amaro dal bicchiere di Leo e leccata delle ultime gocce di whisky da quello del Toro. Lievissimamente provati, usciamo alfine a riveder le stelle. Sigaretta di ordinanza e, sorpresa !! Enzo “che mi aiutereste a cambiare le frecce della moto?!?!?” Il Toro entra in coma iperalcolico, che neanche Dott. House riuscirebbe a risvegliarlo, Roberta collegata in cuffia con Tuttoilcalciominutoperminuto, ci da i risultati in tempo reale (e quando il materazzo sbaglia il rigore ..... 95 minuti di ovazioni !!!), Francesca sbuffa a destra e a manca “ma proprio mò dovevi fa ‘sta cosa ?!?!” “tuo figlio piange disperato che ci aspetta a casa, cuore di pietra che non sei altro”, Silvia, da brava psicologa analizza le reazioni del gruppo di fronte alla difficoltà di smontare le carene in plastica di un GSXR750 con due bastoncini di legno, una brugola fatta con la mollica di pane ed un cacciavite trovato in omaggio su Topolino ….. il tutto fatto da Leo che, costipato dal pranzo, non riesce a piegarsi e dal sottoscritto che, agile come un ghepardo di ghisa, ha la responsabilità di svitare le viti più in basso e tenerle tutte in una manina. E Enzo? Purtroppo una forte contrattura alla gamba ne impedisce una presenza al pit stop e si limita a tenere in piedi la moto; prova e riprova riusciamo a montare le frecce, a richiudere tutta la carena e a rassicurare Francesca che nel viaggio di ritorno non perderà né pezzi della moto né, purtroppo per lei, il maritozzo alla guida. Con l’ennesimo agghiacciante ritardo sulla tabella di marcia anche al ritorno e, soprattutto, con un cielo che si fa sempre più plumbeo, che minaccia di scaraventarci addosso cataratte di pioggia, cominciamo a scendere verso Roma e stavolta tutti se ne fregano dove sia Mau … “scapùma, ‘chè ‘riva l’acqua !!!”. E l’acqua arrivò. Giunti che fummo all’altezza di Morlupo, mentre ci salutiamo con un ultimo caffè, inizia a piovere - ed alcuni scrosci li incroceremo anche sul Raccordo – ma è poca roba. Purtroppo le note negative arrivano da Enzo: arrivati a casa abbiamo saputo che l’iniziale fastidio alla gamba è aumentato parecchio. I bollettini medici delle ultime ore lo danno chiuso in una cucina iperbarica, sottoposto a continue flebo di birra&patatine fritte e trasfusioni di wurstel. Dai Enzo che ce la fai !! Vecchia pellaccia lottiamo con te !!

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