venerdì 22 agosto 2008

L'ultima missione

Ieri sera con ersi ci siamo "regalati" un altro film perso nella stagione invernale: L'ultima missione il film che dovrebbe chiudere la trilogia "polar" di Olivier Marchal, iniziata con Gangsters e proseguita con il grande successo di 36 - Quai des Orfevres .
Anche in MR73 (il titolo originale del film) il protagonista è l'attore feticcio di Marchal, un - come sempre - grandissimo Daniel Auteil.
Mentre i primi due film avevano ancora un parvenza di thriller o noir, qui ci troviamo in una discesa agli inferi, in piena tragedia greca.
Sicuramente Marchal, da ex flick qual'era, ha ragione da vendere nelle storie che racconta (tutte e tre si basano su avvenimenti realmente accaduti).
E sicuramente nessuno esce vincitore dalle vicende raccontate nel film.
Certo, non è un film perfetto:
- eccessiva la lunghezza (alcune scene sono tirate troppo per le lunghe e alla fine perdono di pathos)
- a parte Auteil il resto del cast non ha grandi meriti (quanto meno in "36" c'era una bella lotta tra Auteil stesso, Depardieu e Dussolier)
- alcune incongruenze o elementi un pò fuori luogo (mai vista una polizia europea che usa come vetture di servizio Chrysler 300 e Crossfire nere lucide, con vetri a specchio, il che fa molto Tarantino-style, ma a Marsiglia c'entrano poco)
Però c'è una Marsiglia fotografata come non te l'aspetti, dove il sole mediterraneo è freddo e non riscalda, anzi fa male agli occhi e ferisce.
E c'è una pioggia continua sul protagonista, quasi a voler lavare via - senza riuscirci - i peccati di una vita.
E c'è la rabbia e l'impotenza di chi ha visto compiere atti ignobili da colleghi che credevi amici e poi insabbiarli sotto un velo di ipocrisia.
E poi c'è un gatto bellissimo che alla fine si salva.
Ripeto, non è un film perfetto, tutt'altro, ma anche stavolta bisogna dire grazie a Marchal e alla Francia se in Europa c'è ancora qualcuno che riesce a fare dei noir che ti lasciano delle sensazioni, mentre i nostri carabinieri devono per forza avere gli occhi bovini di Bova, o la nona di seno della Marcuzzi o il pathos recitativo di Manuela Arcuri, oppure nei nostri distretti di polizia tutte le borsette scippate vengono ritrovate in venti minuti (o comunque tra uno spot e l'altro) ed il crimine più efferato è il furto con destrezza di due mottarelli ed un calippo-fitz dalla gelateria di fronte all parrocchia di Don Matteo.
Maddài .........
emsi

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