lunedì 15 dicembre 2008

perchè Pariggi è sempre Pariggi

In questo periodo di crisi, di recessione, di incertezza, in questo momento di austerità, di fiumi che esondano e di panico da alluvioni, io e Roberta abbiamo pensato bene di andarcene un fine settimana a Parigi. Freddo e nebbia ci accolgono. L'albergo a Gobelins Il venerdì mattina ci lanciamo nel tour dei mercatini natalizi: Questo alla Defense: C'è di tutto, artigianato regionale, gastronomico, bancarelle cinesi, matrioske russe ... artigianato africano ma soprattutto, spettacolari stand alimentari dai quali escono effluvi e profumi che, mischiati ad incensi orientali, spezie, vini caldi, caldarroste, candele profumate e quant'altro, riempiono l'aria in maniera a dir poco esuberante noi scegliamo uno degli stand della Corsica e, quindi, sotto con stufati, prosciuttti arrosto e ... ....l'immancabile Pietra! Dopo un tale ristoro e prima di passare ad altri mercatini, facciamo tappa da Pierre Herme, pasticceria-gioielleria, per comprare i suoi famosi macarons (arriveranno sfatti e distrutti dal volo di ritorno, porelli) Passiamo poi agli stands lungo Saint Germain des Pres e a Saint Sulpice ma offrono pressochè tutti le medesime cose. Non so a voi, ma a me piace molto, nelle sere invernali un pò freddine, alzare lo sguardo verso le finestre illuminate ed immaginare i dialoghi e ciò che succede negli appartamenti.
Questa era la vista di fronte alla nostra stanza d'hotel. In uno degli appartamennti c'avevano due alberi di natale (esagerati 'sti francesi).
Ceniamo bene (su consiglio della Lonely Planet) al ristorante Le Vigneron a rue du pot de fer. Buoni il filetto e l'entrecote al pepe, buona la crème brulèe, mediocre il vino, un beaujolais del 2006.
Il sabato mattina troviamo tracce di nevischio e le fontane di Place de La Concorde ghiacciate.
Tuttavia, un pallido sole ci accompagna lungo le bancarelle dei Campi Elisi, tutte dipinte di bianco ma non offrono nulla di diverso dalle altre.
Per pranzo ci spostiamo verso l'Isle Saint Louis e, proprio nella brasserie omonima mangiamo un'ottima choucroute, un buona omelette e dolci notevoli: mousse al cioccolato (vero, no polverine industriali) fondente ed un'ottima tarte tatine. Buona la birra alsaziana (non mi ricordo il nome, pardòn)
Immancabile un giretto ed un caffè in una della più belle piazze del mondo, Place des Vosges
La giornata si chiude con un doverso omaggio alle luminarie natalizie lungo gli Champs Eliseè,molto carini in blu
e con una cena a La maison de Verlaine, ristorante di cucina francese ma gestito, in maniera a dir poco approssimativa, da una comitiva di greci. Tempi biblici per passare da un piatto all'altro, il secondo (un mediocre filetto, freddo e crudo per me, buona l'escalope alla normanna di Roberta) prima dell'antipasto (ho provato le famose escargot, le lumache, non male), vino mediocre e mousse di cioccolato, questa si, fatta con la polvere.
Bellina rue Mouffetard, illuminata.
L'ultimo giorno, rapida sortita sotto la pioggia fino a Montmartre, per un veloce saluto a Parigi
Il lungo trasferimento in pullman (1h15 min, interminabile) all'aeroporto di Beauvais ci riporterà poi velocemente alla realtà romana, fatta di pioggia, lavoro, tran tran e noia.
Ma tanto non è la prima e non sarà l'ultima volta di noi due a Parigi ..... ci rivedremo.
Au revoir, Paris
emsi

1 commento:

Daniela ha detto...

che dire... che bello!!!
perchè non esiste il teletrasporto per catapultarsi anche per soli 5 minuti in Place des Vosges...