Questa era la vista di fronte alla nostra stanza d'hotel. In uno degli appartamennti c'avevano due alberi di natale (esagerati 'sti francesi).
Ceniamo bene (su consiglio della Lonely Planet) al ristorante Le Vigneron a rue du pot de fer. Buoni il filetto e l'entrecote al pepe, buona la crème brulèe, mediocre il vino, un beaujolais del 2006.
Il sabato mattina troviamo tracce di nevischio e le fontane di Place de La Concorde ghiacciate.
Tuttavia, un pallido sole ci accompagna lungo le bancarelle dei Campi Elisi, tutte dipinte di bianco ma non offrono nulla di diverso dalle altre.
Per pranzo ci spostiamo verso l'Isle Saint Louis e, proprio nella brasserie omonima mangiamo un'ottima choucroute, un buona omelette e dolci notevoli: mousse al cioccolato (vero, no polverine industriali) fondente ed un'ottima tarte tatine. Buona la birra alsaziana (non mi ricordo il nome, pardòn)
La giornata si chiude con un doverso omaggio alle luminarie natalizie lungo gli Champs Eliseè,molto carini in blu
e con una cena a La maison de Verlaine, ristorante di cucina francese ma gestito, in maniera a dir poco approssimativa, da una comitiva di greci. Tempi biblici per passare da un piatto all'altro, il secondo (un mediocre filetto, freddo e crudo per me, buona l'escalope alla normanna di Roberta) prima dell'antipasto (ho provato le famose escargot, le lumache, non male), vino mediocre e mousse di cioccolato, questa si, fatta con la polvere.
Bellina rue Mouffetard, illuminata.
Il lungo trasferimento in pullman (1h15 min, interminabile) all'aeroporto di Beauvais ci riporterà poi velocemente alla realtà romana, fatta di pioggia, lavoro, tran tran e noia.
Ma tanto non è la prima e non sarà l'ultima volta di noi due a Parigi ..... ci rivedremo.
Au revoir, Paris
emsi
1 commento:
che dire... che bello!!!
perchè non esiste il teletrasporto per catapultarsi anche per soli 5 minuti in Place des Vosges...
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