mercoledì 14 luglio 2010

L'insostenibile leggerezza di Praga # 1

Premetto subito che l'amore con la tanto desiderata Praga non è scattato.
Peccato, perché è stata da sempre una delle città che desideravo tanto vedere.
Mi aveva sempre affascinato quell'atmosfera un po' misteriosa, esotica ed esoterica, sospesa nel tempo e nello spazio, tra Europa centrale Balcani Asia ... un po' come, nel mio immaginario, vedo Istanbul, Venezia, Damasco, Samarcanda.
Debbo dire che il periodo estivo non è forse il migliore per visitare la città ed il suo centro storico, pressoché intatto dove non ci sono stati interventi radicali; sicuramente un periodo autunnale o invernale, con nebbia, pioggia o neve, riuscirebbe ad aumentarne il fascino.
Ed anche il fatto che forse ci sarebbero meno orde di turisti, rendendo la visita più tranquilla, silenziosa ed appagante.
Rimane però il fatto che la città, anche a detta di Roberta che l'aveva visitata circa una quindicina di anni fa, è molto cambiata, omologandosi al peggio che c'è nelle città "occidentali".
La cosa che più mi ha colpito è stato vedere il monumento a Jan Palach quasi dimenticato e circondato da fast food, casinò, centri per massaggi thai, baracche che friggono hamburger e hot dog a tute le ore del giorno e della notte.
Di certo non era per vedere Praga ridotta così che ha sacrificato la propria vita. 








Non lo so, magari esagero e forse il sacrificio di ragazzi come lui permette a noi di dire che Libertà vuol dire anche poter mangiare un pessimo hamburger o prendersi un caffè in una famosa catena di caffetterie americane; forse oggi Jan Palach non si sarebbe dato fuoco ma, seduto in un caffè, con l'aria condizionata, avrebbe scritto un messaggio su tuitter, feisbuch o avrebbe aperto un blog di protesta.
Certo è un argomento delicato e molto complesso, però la sensazione ricorrente che ho avuto girando per Praga è stato quello di una città che ha venduto la sua anima non al diavolo bensì al miglior pacchetto volo low-cost/albergo/tour in autobus scoperto/cena tipica.
E i russi, che una volta entravano col carro armato, ora arrivano con l'airbus.
E i tedeschi, invece dei panzer oggi usano le Volkswagen, le Audi, le Opel.
Questo è il post introduttivo sulla città; nei prossimi giorni ne aggiungerò altri, con foto, pensieri e considerazioni.
A presto.

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