giovedì 21 ottobre 2010

Quella sporca ultima torta

Domenica mattina io e Roberta avevamo deciso di passare una di quelle belle giornate da coppia, un po' cheap e un po' chic, un po' freak e un po' quiche …
Quiche ?!? Eh già, perché avevamo deciso di fare, come lunch, un brunch da Bibli (sembro la pubblicità di Tognazzi … )
Erano diversi mesi che non tornavamo a mangiare circondati da libri e cultura, oltretutto avevamo deciso di andare al Nuovo Sacher (che sta a due passi) a vedere “La passione” di Mazzacurati.
Per cui mattinata tranquilla, Roberta in piscina, io a leggere il giornale su una panchina come un tranviere in pensione e poi, con calma, da Bibli.
Arriviamo e l'atmosfera sembra sempre la stessa.
Sembra.
Perché appena entrati troviamo un bel po' di gente, in fila, ad aspettare che? I piatti, i tavoli liberi, la pasta e quant'altro …
Non c'è posto ed una ragazza ci chiede il nome per il turno delle 14 …
Il turno delle 14 !!! Ma che, è diventata 'na discoteca coi buttafuori, 'na pizzeria della magliana ?
Vabbé, facciamo due passi in attesa che arrivi il nostro orario.
Torniamo e ci accomodiamo in una saletta zeppa di tavoli e ci accorgiamo che hanno riempito di tavoli anche la sala grande, quella per le presentazioni di libri ed autori (chi conosce il posto sa qual è).
Insomma, hanno inzeppato tavoli dappertutto ed il buffet, che un tempo era nella cucina, ora troneggia in mezzo alla libreria, impedendo praticamente di cercare il benché minimo libro … complimenti, una libreria dove non puoi comprare un libro !
Fortunatamente il cibo è ottimo (almeno il cuoco non è cambiato): vario, abbondante, ottime torte di verdura, cous cous, sformati ed ottimi dolci come i pancakes e le torte di frutta o cioccolato.
Il problema è che sembrerebbero aver aumentato a dismisura il numero dei coperti con conseguente caos e nervosismo, sia della clientela che dei gestori.
Prima era un angolo di pace, dove prendere un libro dagli scaffali, sedersi, sfogliare le pagine e masticare un boccone di cose buone dal mondo.
Ho visto eleganti ed ingioiellate deputate del piddì prendersi a forchettate per l'ultima porzione di sformato di patate; ho visto fior di filosofi e brillanti intellettuali prendersi a calci (con le Clark, che fanno tanto sinistra anche se costano come una Golf turbodiesel) per una frittella al miele; ho visto stimati cattedratici di diritto economico dare della “vecchia baldracca” ad ottuagenarie poetesse in fila per una fetta di quiche lorraine; ho visto giovani blogger pasionarie, vestite di lini e cotoni ipoallergenici comprati nei mercatini equosolidali, lanciarsi come tigrotte di Mompracem sull'insalatiera di tabulé ai germogli di ginseng … e tutto questo sarebbe scomparso, come lacrime … nel caffè, se ne fosse avanzato dopo l'assalto al buffet.
Insomma, l'impressione è stata quella di un cambio di gestione che stia puntando sulla quantità piuttosto che sul mantenere la qualità.
Speriamo di sbagliarci, tant'è che pensiamo di tornare (magari di sabato, come facevamo usualmente) per vedere se fossimo capitati in una giornata sbagliata o se veramente le cose dovessero essere cambiate in peggio (e sarebbe peccato).
La, comunque, piacevole domenica è poi proseguita al cinema, al primo spettacolo, come due vecchietti o due adolescenti (d'altri tempi).
Ma del film parlerò presto ...

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