mercoledì 9 febbraio 2011

Robert Kubica

"Stavamo percorrendo i primi quattro chilometri della prima prova speciale.
Io guardavo le note e non mi sono accorto che l'auto sbandava.
Solo al momento dell'impatto ho visto Robert che si teneva un braccio e dopo pochi istanti ha perso conoscenza.
Robert non è solo un grande pilota è un amico.
Spero solo che si possa riprendere presto". 

Queste sono le parole di Jacub Gerber - il navigatore di Robert Kubica - riguardo all'incidente dell'equipaggio polacco durante la seconda edizione del rally-ronde di Andora.

Il video è la ricostruzione virtuale (e sembrerebbe piuttosto realistica) di ciò che è successo.
La dinamica è agghiacciante e, paradossalmente, si potrebbero definire fortunati, visto che sarebbero potuti morire tutti e due.
Subito dopo l'accaduto ho letto e sentito su vari tg, forum, blog, molte opinioni; la maggior parte, per fortuna, auguravano il più grande in bocca al lupo al pilota polacco.
Quasi tutti hanno ammirato la vera passione che spingeva (e sono sicuro spingerà ancora) Robert a partecipare a manifestazioni regionali come questa; altri personaggi non si scomodano se non hanno auto da assoluto iperpreparate, amici, staff, giornalisti, veline, ombrelline e responsabili del merchandising appresso.
Alcuni hanno, invece, sottilmente criticato il comportamento del pilota, quasi come se la fosse andata a cercare.
Certo, alla Lotus Renault non saranno contenti, anche perché né Petrov né il probabile sostituto ... Bruno Lalli (mi rifiuto di chiamarlo col cognome dello zio Senna) sono particolarmente competitivi; tuttavia, in un periodo nel quale si criticano i piloti robot tutti dichiarazioni prestampate-agente-conferenza stampa-vita sana e salutista e si ricordano con nostalgia i "roaring sixties" o i favolosi '70 con i piloti che saltavano senza soluzione di continuità da una monoposto di F1 ad un prototipo per Le Mans, da una gara di rally ad un trofeo turismo, Robert Kubica ha lanciato un segnale forte ai tifosi: quello di un uomo, di un appassionato che ce l'ha fatta e che stava (e sono convinto che tornerà a farlo) realizzando il suo sogno di bambino: correre in macchina.
Perché " Racing is life. Anything that happens before or after is just waiting".
In bocca al lupo Robert.
Torna presto

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