lunedì 9 maggio 2011

E-book reader

Come forse ricorderete, per il mio compleanno Roberta mi aveva regalato il lettore di libri.
Che non è un simpatico ometto che ti segue ovunque leggendoti sottovoce brani di Madame Bovary o capitoli del Decamerone, bensì è uno strumento hi-techissimo che permette di leggere, ovunquemente, comodamente e tecnologicamente, migliaia di miliardi di libri …

Prova su strada
 Mi piace; è leggero, comodo, si tiene bene anche con una sola mano (l’esempio migliore è l’utilizzo sui potenti, comodi e frequenti mezzi pubblici che l'amministrazione di questa città ci mette benevolemente a disposizione), la batteria ha una lunga durata e la visione dei testi è ben fatta e rilassante, tant’è che si possono leggere molte pagine di seguito senza affaticarsi.
Diversi amici mi facevano notare 
-Ma il gusto ed il piacere di sfogliare le pagine di un libro, il rumore ed il profumo della carta, non sono sensazioni che vengono a  mancare ?
In parte è vero e forse c’è, ad oggi, anche una sottile sensazione snobistica nel farsi vedere con un attrezzo del genere.
Ma credo sia stata la stessa reazione e sensazione che hanno  provato i contemporanei di Gutenberg di fronte al primo libro redatto “meccanicamente”
-Non sarà mai come un codice miniato
o i contemporanei di Meucci o Bell di fronte al telefono
-Non rimpiazzerà mai il telegrafo
Credo che il futuro della comunicazione sarà sempre più indirizzato verso prodotti come questo o ancor più come i vari I-Pad, veri e propri archivi multimediali, con connessioni internet, possibilità di telefonare, leggere, vedere video e comunicare in altri modi.
Immagino che diventeranno prodotti di larghissimo uso, proprio come ora il cellulare e diventeranno in brevissimo tempo strumenti di lavoro e studio insostituibili.
E comunque sul mio comodino fa ancora bella mostra di se una discreta pila di libri in attesa di essere aperti, sfogliati e letti.
Probabilmente il libro farà lo stesso percorso del vinile; scomparso per un po' di tempo dopo essere stato soppiantato dal cd, ora sta tornando non solo di moda come oggetto "vintage" ma anche come strumento musicale vero e proprio, con i suoi difetti che sono diventati pregi (fruscii, rumori ed imperfezioni).

 Ad oggi ho letto “Io e te” di Ammaniti - piacevole racconto ma nulla più -, “La lunga marcia” di Stephen King - nulla di che - sarà che era la prima cosa di King che ho iniziato e finito visto che avevo provato a leggere una paio di volte “It” ma mi sono sempre fermato dopo una cinquantina di pagine.
Ora sto su "I salici ciechi e la donna addormentata", una serie di racconti di Murakami Haruki.
Come tutte le raccolte di racconti non c'è un legame o un percorso, quindi ce ne sono alcuni interessanti ed intriganti, altri noiosi e che non colpiscono particolarmente.
Si possono saltare senza problemi o remore.
La prima cosa che ho letto è stato "Scheggia", il secondo romanzo di Roberto Parodi, uno dei 3percenters.
Un libro che parla di amicizia, viaggi in moto e Africa.
E' una lettura gradevole, fa compagnia ed ispira simpatia.
Non vi aspettate grandi cose, certo; la trama è abbastanza scontata; anzi, se siete - come il sottoscritto - appassionati di deserto e di viaggi, allora avrete sicuramente visto "Marrakech Express" di Salvatores, uno dei pilastri dei malati d'Africa.
Ebbene, a questo punto potreste anche evitare id leggere il libro visto che il canovaccio è lo stesso: un gruppo di amici che si erano persi di vista si ritrovano grazie ad un loro compagno ... scomparso ...
C'è qualcosa che ricorda anche un grande film di Scola "Riusciranno i nostri eroi ..." ma manca dell'ironia cattiva e dello sguardo critico che c'era nel film con Sordi, Manfredi e Blier.
Forse nel libro di Parodi la parte più interessante è la prima, la vita a Milano e la preparazione del viaggio, con le descrizioni dei protagonisti, delle loro vite metropolitane con le schizofrenie, le manie e le fobie che le caratterizzano; e che segnano ancor più i personaggi di contorno, ben caratterizzati dalla penna del Parodi.
Molto bella l'idea delle cartine ad ogni inizio di capitolo, quasi a trasformare il racconto in un vero e proprio road book.
Un po' troppi cliché, invece, sono presenti nel lungo viaggio che dalle coste nordafricane porterà i nostri eroi fino su in cima all'Assekrem, all'eremo di padre Foucauld, pur se molto toccante è l'incrocio della narrazione con la storia vera, tragica e toccante di Manuel Rumi ...
E' vero che l'autore, che lassù ci è arrivato realmente con la sua Harley (o almeno speriamo che non sia una bufala, ma sarebbe una bella delusione), di facilitazioni ne ha parecchie; una barca di soldi, un nome (anzi, cognome) che a Milano apre mille e più porte, sorelle famose che aiutano nelle pubbliche relazioni; però è altrettanto vero che il sedere sulla moto ce lo devi mettere tu, che sei tu a sognare il viaggio, a spingere sull'acceleratore o sul freno, a decidere se e dove girare, dove fermarti a riposare.
E alla fine è questo il vero valore aggiunto del libro, che non rimarrà nei capolavori della letteratura italiana ma rimane pur sempre una piacevole fuga dalla realtà quotidiana.

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