sabato 27 giugno 2015

Ci rivediamo lassù



Era tanto che non venivo coinvolto così da un libro. "Ci rivediamo lassù" di Pierre Lemaitre, vincitore del Premio Goncourt nel 2013.
Siamo alla fine della prima guerra mondiale, pochi giorni all'armistizio e si aspetta, stremati, di sopravvivere, di tornare a casa e di non essere colpiti, ultimo tragico e beffardo scherzo di un destino infame in una guerra mostruosa.
Un nobile decaduto, ufficiale francese crudele, egoista ed opportunista, che vede svanire i suoi ultimi momenti di gloria e le ultime possibilità per agguantare una promozione, lancia i suoi uomini in un attacco inutile e suicida verso le linee tedesche sfruttando uno stratagemma odioso; due soldati se ne accorgono e lui cercherà in tutti i modi di eliminare i testimoni del suo gesto delittuoso.
I due soldati, venuti da universi ed origini assolutamente lontane,divenuti amici per la pelle, cercheranno di sopravvivere in una società civile che vuol far di tutto per dimenticare gli orrori della Grande Guerra, cancellando perfino i vincitori, quasi incolpandoli per essere tornati vivi, seppur segnati nel corpo e nella mente.
I due compagni troveranno alla fine un modo per vendicarsi, seppur anche loro in una maniera cinica e spregevole e con un finale quasi da tragedia greca. 
Un feuilleton d'altri tempi, un romanzo dove non esistono dio o patria,un racconto da cui escono sconfitti sia i morti che i vivi, un romanzo che riassume il mondo macabro di inizio Novecento, ossia il mondo che ha visto la carneficina da catena di montaggio, sia in tempo di guerra sia in tempo di pace e del cinico consumo dei propri sacrificati, che siano stati vincitori o vinti. 
Mai come nel caso di questa storia narrata da Lemaitre, che prende spunto da una vicenda vera, accaduta in Francia ma anche in Italia (gli scandali che seguirono le esumazioni dei caduti nella prima guerra mondiale, con conseguenti speculazioni) si può dire che la realtà supera la fantasia. 

Di Lemaitre avevo letto in precedenza "Alex", un noir duro e molto intrigante, che fa parte, assieme a "Irène" e "Camille" della trilogia del commissario Camille Verhoeven. 
Spero di leggere presto questi ultimi due libri ed anche "Lavoro a mano armata".

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