Non ho ancora avuto modo di vedere I pugni in tasca - il film - di Marco Bellocchio (ma recupererò presto)
Però l'altra sera con Roberta siamo andati a teatro a vedere la sua messinscena teatrale.
Tosto, drammatico, torbido ma molto molto bello.
La sorpresa è Ambra Angiolini, brava .
Pur essendo una storia scritta nel '65 è ancor oggi molto attuale.
Una famiglia apparentemente normale ma che al suo interno cela legami assurdi, malati, ipocrisie, odi repressi e soffocati da anni di silenzi.
Una madre cieca ed accecata ancor più dal rigore benpensante e dal moralismo bacchettone cattolico.
Un figlio che, seppur nel ritardo mentale e nella apparente mancanza di contatto con la realtà, è quello che ha lo sguardo più lucido e disincantato su ciò che lo - e ci - circonda.
Però è un peso, è imbarazzante, è faticoso, strilla urla ... e poi la gente in paese parla, spettegola, ridice.
Meglio ammazzarlo e togliercelo di mezzo.
Un altro figlio che per puro interesse si è fatto carico di tutta la famiglia e soprattutto della gestione economica, ma senza un briciolo di affetto e di trasporto, anche qui solo apparenza e facciata.
E poi ci sono Alessandro (interpretato dal figlio di Bellocchio) e Giulia (il personaggio di Ambra), trasportati dalla loro follia in un vortice malato ed assassino ...
Sono passati più di quarant'anni dalla storia originale di Marco Bellocchio ma secondo voi è cambiato qualcosa ?
Le mille e più storie morbose, i plastici in tivvù, i talkshow, le telecamere, gli omicidi e le violenze nelle famiglie italiane, tutte casa-chiesa-centrocommerciale-reality in tivvù, le famiglie che non avrebbero mai dato segni di squilibrio ... non sono forse sempre queste ?
Questa è l'italia, sono 150 anni che siamo così ...
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