Come forse ricorderete, per il mio compleanno Roberta mi aveva regalato il lettore di libri.
Che non è un simpatico ometto che ti segue ovunque leggendoti sottovoce brani di Madame Bovary o capitoli del Decamerone, bensì è uno strumento hi-techissimo che permette di leggere, ovunquemente, comodamente e tecnologicamente, migliaia di miliardi di libri …
Che non è un simpatico ometto che ti segue ovunque leggendoti sottovoce brani di Madame Bovary o capitoli del Decamerone, bensì è uno strumento hi-techissimo che permette di leggere, ovunquemente, comodamente e tecnologicamente, migliaia di miliardi di libri …
Prova su strada
Mi piace; è leggero, comodo, si tiene bene anche con una sola mano (l’esempio migliore è l’utilizzo sui potenti, comodi e frequenti mezzi pubblici che l'amministrazione di questa città ci mette benevolemente a disposizione), la batteria ha una lunga durata e la visione dei testi è ben fatta e rilassante, tant’è che si possono leggere molte pagine di seguito senza affaticarsi.
Diversi amici mi facevano notare
-Ma il gusto ed il piacere di sfogliare le pagine di un libro, il rumore ed il profumo della carta, non sono sensazioni che vengono a mancare ?
In parte è vero e forse c’è, ad oggi, anche una sottile sensazione snobistica nel farsi vedere con un attrezzo del genere.
Ma credo sia stata la stessa reazione e sensazione che hanno provato i contemporanei di Gutenberg di fronte al primo libro redatto “meccanicamente”
-Non sarà mai come un codice miniato
o i contemporanei di Meucci o Bell di fronte al telefono
-Non rimpiazzerà mai il telegrafo
Credo che il futuro della comunicazione sarà sempre più indirizzato verso prodotti come questo o ancor più come i vari I-Pad, veri e propri archivi multimediali, con connessioni internet, possibilità di telefonare, leggere, vedere video e comunicare in altri modi.
Immagino che diventeranno prodotti di larghissimo uso, proprio come ora il cellulare e diventeranno in brevissimo tempo strumenti di lavoro e studio insostituibili.
E comunque sul mio comodino fa ancora bella mostra di se una discreta pila di libri in attesa di essere aperti, sfogliati e letti.
Probabilmente il libro farà lo stesso percorso del vinile; scomparso per un po' di tempo dopo essere stato soppiantato dal cd, ora sta tornando non solo di moda come oggetto "vintage" ma anche come strumento musicale vero e proprio, con i suoi difetti che sono diventati pregi (fruscii, rumori ed imperfezioni).
Mi piace; è leggero, comodo, si tiene bene anche con una sola mano (l’esempio migliore è l’utilizzo sui potenti, comodi e frequenti mezzi pubblici che l'amministrazione di questa città ci mette benevolemente a disposizione), la batteria ha una lunga durata e la visione dei testi è ben fatta e rilassante, tant’è che si possono leggere molte pagine di seguito senza affaticarsi.
Diversi amici mi facevano notare
-Ma il gusto ed il piacere di sfogliare le pagine di un libro, il rumore ed il profumo della carta, non sono sensazioni che vengono a mancare ?
In parte è vero e forse c’è, ad oggi, anche una sottile sensazione snobistica nel farsi vedere con un attrezzo del genere.
Ma credo sia stata la stessa reazione e sensazione che hanno provato i contemporanei di Gutenberg di fronte al primo libro redatto “meccanicamente”
-Non sarà mai come un codice miniato
o i contemporanei di Meucci o Bell di fronte al telefono
-Non rimpiazzerà mai il telegrafo
Credo che il futuro della comunicazione sarà sempre più indirizzato verso prodotti come questo o ancor più come i vari I-Pad, veri e propri archivi multimediali, con connessioni internet, possibilità di telefonare, leggere, vedere video e comunicare in altri modi.
Immagino che diventeranno prodotti di larghissimo uso, proprio come ora il cellulare e diventeranno in brevissimo tempo strumenti di lavoro e studio insostituibili.
E comunque sul mio comodino fa ancora bella mostra di se una discreta pila di libri in attesa di essere aperti, sfogliati e letti.
Probabilmente il libro farà lo stesso percorso del vinile; scomparso per un po' di tempo dopo essere stato soppiantato dal cd, ora sta tornando non solo di moda come oggetto "vintage" ma anche come strumento musicale vero e proprio, con i suoi difetti che sono diventati pregi (fruscii, rumori ed imperfezioni).
Ad oggi ho letto “Io e te” di Ammaniti - piacevole racconto ma nulla più -, “La lunga marcia” di Stephen King - nulla di che - sarà che era la prima cosa di King che ho iniziato e finito visto che avevo provato a leggere una paio di volte “It” ma mi sono sempre fermato dopo una cinquantina di pagine.
Ora sto su "I salici ciechi e la donna addormentata", una serie di racconti di Murakami Haruki.
Come tutte le raccolte di racconti non c'è un legame o un percorso, quindi ce ne sono alcuni interessanti ed intriganti, altri noiosi e che non colpiscono particolarmente.
Ora sto su "I salici ciechi e la donna addormentata", una serie di racconti di Murakami Haruki.
Come tutte le raccolte di racconti non c'è un legame o un percorso, quindi ce ne sono alcuni interessanti ed intriganti, altri noiosi e che non colpiscono particolarmente.
Si possono saltare senza problemi o remore.
La prima cosa che ho letto è stato "Scheggia", il secondo romanzo di Roberto Parodi, uno dei 3percenters.
Un libro che parla di amicizia, viaggi in moto e Africa.
E' una lettura gradevole, fa compagnia ed ispira simpatia.
Non vi aspettate grandi cose, certo; la trama è abbastanza scontata; anzi, se siete - come il sottoscritto - appassionati di deserto e di viaggi, allora avrete sicuramente visto "Marrakech Express" di Salvatores, uno dei pilastri dei malati d'Africa.
Ebbene, a questo punto potreste anche evitare id leggere il libro visto che il canovaccio è lo stesso: un gruppo di amici che si erano persi di vista si ritrovano grazie ad un loro compagno ... scomparso ...
C'è qualcosa che ricorda anche un grande film di Scola "Riusciranno i nostri eroi ..." ma manca dell'ironia cattiva e dello sguardo critico che c'era nel film con Sordi, Manfredi e Blier.
Forse nel libro di Parodi la parte più interessante è la prima, la vita a Milano e la preparazione del viaggio, con le descrizioni dei protagonisti, delle loro vite metropolitane con le schizofrenie, le manie e le fobie che le caratterizzano; e che segnano ancor più i personaggi di contorno, ben caratterizzati dalla penna del Parodi.
Molto bella l'idea delle cartine ad ogni inizio di capitolo, quasi a trasformare il racconto in un vero e proprio road book.
Un po' troppi cliché, invece, sono presenti nel lungo viaggio che dalle coste nordafricane porterà i nostri eroi fino su in cima all'Assekrem, all'eremo di padre Foucauld, pur se molto toccante è l'incrocio della narrazione con la storia vera, tragica e toccante di Manuel Rumi ...
E' vero che l'autore, che lassù ci è arrivato realmente con la sua Harley (o almeno speriamo che non sia una bufala, ma sarebbe una bella delusione), di facilitazioni ne ha parecchie; una barca di soldi, un nome (anzi, cognome) che a Milano apre mille e più porte, sorelle famose che aiutano nelle pubbliche relazioni; però è altrettanto vero che il sedere sulla moto ce lo devi mettere tu, che sei tu a sognare il viaggio, a spingere sull'acceleratore o sul freno, a decidere se e dove girare, dove fermarti a riposare.
E alla fine è questo il vero valore aggiunto del libro, che non rimarrà nei capolavori della letteratura italiana ma rimane pur sempre una piacevole fuga dalla realtà quotidiana.
La prima cosa che ho letto è stato "Scheggia", il secondo romanzo di Roberto Parodi, uno dei 3percenters.
Un libro che parla di amicizia, viaggi in moto e Africa.
E' una lettura gradevole, fa compagnia ed ispira simpatia.
Non vi aspettate grandi cose, certo; la trama è abbastanza scontata; anzi, se siete - come il sottoscritto - appassionati di deserto e di viaggi, allora avrete sicuramente visto "Marrakech Express" di Salvatores, uno dei pilastri dei malati d'Africa.
Ebbene, a questo punto potreste anche evitare id leggere il libro visto che il canovaccio è lo stesso: un gruppo di amici che si erano persi di vista si ritrovano grazie ad un loro compagno ... scomparso ...
C'è qualcosa che ricorda anche un grande film di Scola "Riusciranno i nostri eroi ..." ma manca dell'ironia cattiva e dello sguardo critico che c'era nel film con Sordi, Manfredi e Blier.
Forse nel libro di Parodi la parte più interessante è la prima, la vita a Milano e la preparazione del viaggio, con le descrizioni dei protagonisti, delle loro vite metropolitane con le schizofrenie, le manie e le fobie che le caratterizzano; e che segnano ancor più i personaggi di contorno, ben caratterizzati dalla penna del Parodi.
Molto bella l'idea delle cartine ad ogni inizio di capitolo, quasi a trasformare il racconto in un vero e proprio road book.
Un po' troppi cliché, invece, sono presenti nel lungo viaggio che dalle coste nordafricane porterà i nostri eroi fino su in cima all'Assekrem, all'eremo di padre Foucauld, pur se molto toccante è l'incrocio della narrazione con la storia vera, tragica e toccante di Manuel Rumi ...
E' vero che l'autore, che lassù ci è arrivato realmente con la sua Harley (o almeno speriamo che non sia una bufala, ma sarebbe una bella delusione), di facilitazioni ne ha parecchie; una barca di soldi, un nome (anzi, cognome) che a Milano apre mille e più porte, sorelle famose che aiutano nelle pubbliche relazioni; però è altrettanto vero che il sedere sulla moto ce lo devi mettere tu, che sei tu a sognare il viaggio, a spingere sull'acceleratore o sul freno, a decidere se e dove girare, dove fermarti a riposare.
E alla fine è questo il vero valore aggiunto del libro, che non rimarrà nei capolavori della letteratura italiana ma rimane pur sempre una piacevole fuga dalla realtà quotidiana.
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