lunedì 12 maggio 2008

Motocamporella -1°parte-

".... Che dite, domenica si fa un motogiretto ?" "Dai si", "Noi ci siamo", "Noi pure", "Io no", "A noi contateci", " Io no, se ci siete voi", "Io si, se riesco a capire come si accende la moto nuova". E alla fine riusciamo, dopo mesi e mesi, ad organizzare un'uscita in moto. Equipaggi: io&Roberta, Enzo&Francesca, Gigi&Elvira, Leo&Silvia -la donna zainetto- e Toro con la "nuova" leggenda ! Direzione : Faggeta di Soriano nel Cimino, dove contiamo di sfamarci alla baita "La Faggeta". Appuntamento: 10.30 -vabbé dai, facciamo 11- , al primo benzivendolo sulla Flaminia ( tutti i motociclisti romani sanno di quale parlo). Io, Roberta e Rascasse (la nostra fida fazerina) arriviamo con un "elegantissimo" ritardo di 33 minuti sulla tabella di marcia, creando scompiglio ed ansie tra gli amici (scoprendo altresì, che ci vogliono bene ... ma lo sospettavamo), ma non siamo neppure gli ultimi. Accertato con dispiacere il forfait del buon Gigi e di "zia contumacia" Elvira, ci lanciamo a folle velocità alla ricerca di un bar (E BAGNO) dove inaugurare l'inizio gita con un aperitivo: dunque ritardo di 30 minuti sulla tabella di marcia già all'inizio, sosta dopo circa 250 metri per aperitivo .... alla faggeta abbiamo prenotato per le 13.30, indi per cui dovremo tenere una media stile Super-Pole SBK a Monza. E la cosa mi inquieta ... si riparte; Enzino col Suzuki e zavorra komunista (col kappa perché le piacciono le Kawasaki, ma il marito non gliela vuole comprare) a far da battistrada (è indigeno), mentre alle sue spalle battagliano per il secondo posto Leo su Kawasaki con scarico Yoshimura non omologato nuovo nuovo e il buon vecchio Toro, col Legend usato appena ritirato dal conce. E Mau? Arranco con distacchi da tappone dolomitico in ultimissima posizione e glisso elegantemente alle domande di Roberta ("ma gli altri dove sono?" "pensi che ci aspetteranno?" "non siamo già passati da qui?”) dissimulando il terribile sospetto di aver cannato un qualche bivio (lo feci, a suo tempo lo feci....) con una tracotanza ed una sicumera neanche fossi un cavaliere mugiko nelle steppe degli Urali. L'anima pia che mi sopporta e ancora accetta di venire, talvolta, in moto con me, ignara della distanza siderale che la separa dagli amici, continua a cantare le hit degli ultimi trent'anni del Festival di Sanremo. Arrivo al bivio di Civita Castellana dopo circa 15 minuti dagli altri ..... con le orecchie più basse di un cocker nano (tipo Brunetta ... no quella dei Ricchi&Poveri il ministro, intendo); bofonchio scuse incomprensibili nel casco ("c'era fila, ho trovato un posto di blocco di ustascia croati, la tettonica a zolle ha fatto smottare improvvisamente la Flaminia e via discorrendo ...) e ripartiamo, non prima di aver stentato a far partire la Legend del Toro bevitore (“devi tirare la frizione, no, si, togli la prima, ma no, spegni le luci, metti in folle, fischia e fai cucù “). A tutti i bivi (ma quanti ‘zzo sono, ma ‘na superstrada con gli autogrill e le indicazioni “Faggeta -5, -4, -3 km” no, eh ?!?! ) gli altri mi aspettano, con sorrisi che spaziano dall’ironico, al sardonico al compatimento (più per Roberta che per me) ed io, dentro al casco che continuo a chiedermi “ma che c’è che non va? Che c’ho oggi? Che c’hai, piccola Rascasse?” Si continua: lasciata la natia (per Enzo) Vignanello, sulla veloce e ben asfaltata variante i miei lontani compagni di viaggio sciolgono le rabbiose cavallerie delle moto mentre, beffarda, risuona una domanda tra le valli cimine “…e Mau dov’è?!?” alla fine ed in perfetto orario – l’orologio di Rascasse segna le 13.25 – arriviamo alla faggeta.
To be continued……
emsi

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