E sarà possibile grazie ad Hubert Auriol, uno dei miti della Dakar: infatti, il 2 luglio scorso presso la sede di Acerbis è stata presentata Africa race, il sogno, ormai divenuto realtà, del francese di riportare i motociclisti in Africa. Si partirà il 26 dicembre da Marsiglia, per arrivare a Dakar l'11 gennaio.
La gara affronterà 11 tappe, per un totale di 6.500 km, toccando Marocco, Mauritania e Senegal e si correrà all’incirca nello stesso periodo in cui sarà prevista la"sostituta" della Dakar, in sudamerica, tra Argentina e Cile. Si rischiano, così, due doppioni? Non proprio: infatti Auriol ha come obiettivo principale quello di dare maggior visibilità ai privati, che nelle vecchie Dakar erano si, la stragrande maggioranza, ma dei quali si parlava, purtroppo, quasi sempre in caso di incidenti drammatici o addirittura mortali, dimenticandosi che erano la spina dorsale della gara.
Tant’è che la cilindrata principale per le moto sarà 450 cc. e i mezzi con cilindrata superiore subiranno una penalizzazione.
Auriol ha, infatti, dichiarato "Negli ultimi anni la Dakar era diventata una sorta di monomarca Ktm. Con il nuovo regolamento speriamo che altre aziende tornino a correre. Anche i costi ne gioveranno. La 450 è la categoria più diffusa tra gli amatori, che sono l'anima di questa gara-avventura".
Quasi a voler spazzare via le paure di attentati e di pericolosità del percorso, Auriol ha voluto sottolineare che la volontà di ripartire è nata dagli stessi governi di Marocco, Mauritania e Senegal.
Il Rally si chiama, infatti, Africa Race proprio per onorare il ruolo dei paesi africani all'interno della gara. Un aspetto, quest’ultimo, sempre più spesso trascurato da ASO, l’organizzazione che curava le Dakar.
Forse si è intrapresa la strada giusta per far rinascere un sogno rimasto nel cuore di tutti gli appassionati di motori, di avventura e di Africa.
La gara affronterà 11 tappe, per un totale di 6.500 km, toccando Marocco, Mauritania e Senegal e si correrà all’incirca nello stesso periodo in cui sarà prevista la"sostituta" della Dakar, in sudamerica, tra Argentina e Cile. Si rischiano, così, due doppioni? Non proprio: infatti Auriol ha come obiettivo principale quello di dare maggior visibilità ai privati, che nelle vecchie Dakar erano si, la stragrande maggioranza, ma dei quali si parlava, purtroppo, quasi sempre in caso di incidenti drammatici o addirittura mortali, dimenticandosi che erano la spina dorsale della gara.
Tant’è che la cilindrata principale per le moto sarà 450 cc. e i mezzi con cilindrata superiore subiranno una penalizzazione.
Auriol ha, infatti, dichiarato "Negli ultimi anni la Dakar era diventata una sorta di monomarca Ktm. Con il nuovo regolamento speriamo che altre aziende tornino a correre. Anche i costi ne gioveranno. La 450 è la categoria più diffusa tra gli amatori, che sono l'anima di questa gara-avventura".
Quasi a voler spazzare via le paure di attentati e di pericolosità del percorso, Auriol ha voluto sottolineare che la volontà di ripartire è nata dagli stessi governi di Marocco, Mauritania e Senegal.
Il Rally si chiama, infatti, Africa Race proprio per onorare il ruolo dei paesi africani all'interno della gara. Un aspetto, quest’ultimo, sempre più spesso trascurato da ASO, l’organizzazione che curava le Dakar.
Forse si è intrapresa la strada giusta per far rinascere un sogno rimasto nel cuore di tutti gli appassionati di motori, di avventura e di Africa.
Personalmente tifo per una grande riuscita di questa nuova avventura.
Coraggio Auriol, in bocca al lupo !
Coraggio Auriol, in bocca al lupo !
.....quindi mi serve un 450......... vado alla ricerca.....
emsi
2 commenti:
Questa è la volta che ti ci iscrivi pure tu! ;)
Eh, eh, eh !
E magari vinco .....
Posta un commento