lunedì 17 novembre 2008

Un McCaravag e una coca media ...

Articoli tratti da : la Repubblica del 15 novembre 2008
E' Mario Resca, 62 anni, gli ultimi dodici passati a capo di McDonald' s Italia, l' uomo scelto dal governo per guidare la neonata, potentissima "Direzione generale per i musei, le gallerie e la valorizzazione". L' ha annunciato il ministro Sandro Bondi che lunedì aveva illustrato, ai sindacati e ai preoccupatissimi dirigenti di piazza del Collegio Romano, la sua «rivoluzione» dei Beni culturali. «Ci vuole una persona del mestiere, uno storico o un archeologo: non un bocconiano», aveva detto due giorni fa il direttore dei Musei vaticani, Antonio Paolucci, annunciando la propria rinuncia. E invece proprio dalla Bocconi è uscito nel 1969 il manager ferrarese, vicinissimo a Berlusconi e a Gianni Letta, che, in attesa della nomina, svolgerà il ruolo di consigliere del ministro per i musei. Nel cda, tra l' altro, di Eni e della Mondadori, proposto a maggio dal Cavaliere come commissario per l' Alitalia, Resca è presidente della Camera di commercio americana in Italia. Ha perciò le conoscenze giuste per far fruttare il piano di affitto delle opere all' estero annunciato a giugno da Bondi. «Ma il ministro non aveva detto che il direttore sarebbe stato scelto con un concorso internazionale?» si chiede polemicamente Gianfranco Cerasoli della Uil. «Nulla da dire sulla competenza imprenditoriale», sottolinea Manuela Ghizzoni, pd, della commissione Cultura della Camera, «ma resta da chiedere a Bondi cosa c' entrino gli hamburger con lo straordinario patrimonio culturale italiano». L' articolo 8 della riforma prevede che il direttore dei musei si occupi della «tutela» oltreché della «valorizzazione». E Resca è noto per aver contestato il progetto dell' archistar Mario Botta del nuovo Casinò di Campione, del quale è presidente e dove ha creato una galleria d' arte e offrendo nel 2007 a Vittorio Sgarbi di ospitare la mostra omosex "Vade retro" rifiutata dal sindaco di Milano Moratti. Nota anche la sua attenzione per le case da gioco a tema di Las Vegas (l'antica Roma, Venezia, il Far West) che forse vuole importare in Italia.
- CARLO ALBERTO BUCCI
Fare cassa, ottenere un profitto, uscire dal rosso: questo è il messaggio forte che viene dal ministero dei Beni Culturali con la nomina a super consigliere di Mario Resca: un tecnico sperimentato, appunto nel far quattrini o meglio nel farli fare alle aziende di cui si occupa o si è occupato: e sono tantissime. Come la McDonald's. Sarebbe facile farci sopra dell' ironia. Hamburger e Caravaggio, apertura di McMusei, Cultura fast food e via seguitando. In realtà non c' è niente da ridere. Già anni fa qualcuno aveva proposto di mettere in vendita i quadri che i musei tengono nei depositi, tanto non si vedono, senza sapere che i depositi sono l' ossigeno dei musei oltre che un luogo di studio indispensabile. Sarebbe come vuotare le casseforti delle banche, con la scusa che il pubblico tanto non le vede. Adesso l' idea guida è quella di prestare opere d' arte a caro prezzo in occasione di grandi mostre. E molte altre iniziative si possono prendere in questo senso. Ma si dimentica una cosa fondamentale: il patrimonio artistico non è "cosa nostra", non siamo affatto autorizzati a dilapidarlo per sfruttarlo in modo intenso. Il nostro problema è (dovrebbe essere) assicurargli lunga vita e trasmetterlo alle generazioni future. Le parole chiave sono sempre le stesse: tutela, conservazione, restauro. Servono soldi per queste cose? Ovvio. Ma devono essere la premessa di ogni operazione "mercantile". Per questo Antonio Paolucci, nell' intervista pubblicata l' altro ieri da "Repubblica", aveva detto: questo è un ruolo adatto ad uno storico dell' arte, ad uno che si intenda della materia. Non datelo ad un bocconiano. I musei, infatti, non sono aziende. O almeno non sono aziende come le altre. E non esistono solo i grandi musei affollati di pubblico come gli Uffizi. L' Italia ha una costellazione di musei piccoli e medi ( sono l' effetto della nostra storia, lunga , frammentaria e ricchissima) che non fanno soldi, ma vanno assolutamente preservati. Tutto fa pensare che la nomina di Resca fosse in realtà già decisa e che proprio ad un bocconiano pensasse il Ministro. Se avessero mandato uno storico dell' arte alla McDonald' s farebbe esattamente lo stesso effetto e provocherebbe lo stesso sconcerto. - PAOLO MAURI
Non metto in dubbio le capacità gestionali ed economiche di Resca, sicuramente bravo a gestire in Italia un nome spesso contestato come quello della multinazionale del vituperato cibo-spazzatura; quello che mi chiedo è : possibile che in tutta Italia, tra musei, fondazioni, organismi culturali e quant'altro, il ministro Bondi (tra l'altro inquietante la somiglianza fisico-onomatopeica col "comico" Boldi)
non sia riuscito a trovare una figura adatta a gestire l'immenso patrimonio culturale italiano e che fosse legata all'ambiente delicato, complicato, talvolta isterico dell'arte ?!?!?!
Mah......
emsi

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