martedì 17 febbraio 2009

Tapas che ti passa ...

Qualche sera fa, in occasione del compleanno di Roberta, siamo andati a cena da torosytapas, ristorante spagnolo a Porta Pia. Su diversi siti e guide ne avevo letto bene e, oltretutto dovendo sfatare il tabù delle tapas, mi era sembrata una buona occasione per provarlo. La serata era quella della partita Italia-Brasile a Wembley: insomma, sembrava il remake di Fantozzi, con tutta l'Italia incollata al televisore e noi due in giro a cercar parcheggio. Il locale è piccolino, un paio di salette, molto carino, decorato con maioliche e poster pubblicitari di corride e località spagnole, però è gradevole, non pacchiano. Ordiniamo velocemente da mangiare : tapas miste per due, paella montana ed il vino, un Mas Rabell del 2006 debbo dire ottimo.
Il servizio è rapido e gradevole (ma effettivamente il locale non era pieno); purtroppo i piatti non spiccano per originalità o sapori particolari.
Tra le tapas ci sono state servite un paio di crocchette di patate, riscaldate ma fredde di frigo nel centro (da microonde, insomma), degli spinaci con ceci e pinoli piuttosto insipidi, una paio di cozze gratinate al pomodoro, dimenticabili, ed una ciotola di patate bollite, fredde e ricoperte di salsa aioli (quindi con aglio) che hanno, purtroppo, rovinato il resto della cena.
Infatti, arrivata la paella, anche questa senza particolari pregi se non fosse per i pezzetti di salame chorizo molto saporito, la salsa all'aglio continuava a farsi sentire vieppiù.
Bevo acqua, bevo vino, mangio pane ma lei niente; lì, imperterrita che si riaffaccia.
All'ordinazione del dolce (un dolce di cioccolato fondente e l'immancabile crema catalana, fredda e con un retrogusto d'arancia) il mio stomaco si ribella.
Sudori freddi, lingua felpata, frequenza cardiaca pari a quella di Vicente Aparicio sul Col del Tourmalet nel 1995, rigidità articolare pari ad un post-mortem.
"Lo stiamo perdendo!" urla la sala; mi sento niente bene ... con l'ultimo bagliore di lucidità supplico Roberta di chiedere il conto mentre mi slancio nel bagno simulando con voce in falsetto "mi vado ad incipriare il naso".
Ella, conoscendomi ed ormai rassegnata, chiede amabilmente la cuenta, por favor.
Esco dal bagno fresco e riposato come una rosa, solo un leggero color muffa spenta sul mio viso tradisce il piccolo incidente.
Elegante e distaccato come un baronetto inglese, pago, sfodero il mio miglior sorriso ed usciamo dal locale, vergognandomi per l'ennesima fuga all'inglese (seppur in un ristorante spagnolo) che ho fatto fare a Roberta.
Comunque, alla fine, il locale dal punto di vista culinario non ha nulla di particolare; le cose che abbiamo mangiato si possono tranquillamente fare in casa (magari un pò meno agliate, grazie).
Ola.
emsi

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