giovedì 2 aprile 2009

"Lawrence d'Italia"

Ho appena terminato di leggere questo libro. Racconta, dal punto di vista del "nemico", di un italiano ai più (me compreso) sconosciuto: Amedeo Guillet. Ne ho scoperto l'esistenza, la vita e le avventure girovagando qualche sera fa in tivvù e fermandomi su una delle poche cose decenti che ci sono in giro, La storia siamo noi, di Gianni Minoli.
Incuriosito, ho deciso di prendere questo libro, scritto da Vittorio Dan Segre che, all'epoca degli avvenimenti, lavorava presso i servizi segreti inglesi.
La storia è affascinante, ancor più pensando che sia una storia vera.
Dopo aver servito l'Italia (e la monarchia, ma non il fascismo) sia come ufficiale che come diplomatico, così come successo per molte personalità forti, importanti, talvolta "ingombranti", è stato ben presto dimenticato; tutto ciò non è successo nella terra dei suoi antichi nemici, gli inglesi, che lo hanno accolto con onore, rispetto ed affetto, tant'è che decise di trasferirsi in Irlanda - dove tutt'ora vive.
Il libro punta soprattutto sul periodo bellico, liquidando velocemente tutto ciò che successe dopo il suo rientro in Italia, dopo l'otto settembre e dopo la fine della guerra e le sue attività diplomatiche.
Molto interessante è leggere come fosse affascinato e spinto da rispetto verso la cultura africana, mentre gran parte dei suoi contemporanei, tanto italiani quanto inglesi o francesi, disprezzassero le popolazioni indigene.
Egli capì ben presto che il conflitto combattuto tra nazioni europee sul suolo africano stava minando - per fortuna - le basi delle colonie, ma avrebbe anche lasciato - e tutt'ora l'Africa ne paga le conseguenze - strascichi dolorosi e ferite difficilmente rimarginabili in quel meraviglioso continente.
Una lettura molto godibile, come un vecchio romanzo d'appendice.
emsi

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