Quindi parte una lunga, stimolante ed interessante riflessione sul valore del lavoro, valore intrinseco e valore indotto dalla società "occidentale" e consumistica.
Particolarmente azzeccato il tempismo dell'autore.
Perchè le sue riflessioni sono partite proprio all'inizio della grande crisi economica che stiamo affrontando -e della quale non si vede ancora una via d'uscita, checchè ne dicano politici col riporto in testa e nelle scarpe- e che ha visto il crollo maggiore proprio nel settore del terziario, quello economico e che ha prodotto e produce tuttora una ricchezza impalpabile, fittizia.
Ed ecco il valore aggiunto del saper fare, costruire e -ancor più- RIcostruire, riparare, aggiustare oggetti, elettrodomestici, mezzi meccanici.
Ed in tutto questo c'è il valore della soddisfazione personale nel saper fare e bene il proprio lavoro, che crea soddisfazione tanto nell'operaio/artigiano quanto nel committente, nell'utilizzatore finale.
E tutto ciò, nel medio termine, potrebbe diventare un volano per far ripartire un'economia ed una struttura sociale sempre più arcaica e morente.
Veramente un bel libro, con passaggi anche poetici quando parla di officine buie e fredde, di meccanici burberi e taciturni, di auto o moto date per spacciate e rinate grazie alla passione, alla tenacia ed all'ostinazione di appassionati esperti.
Perchè anche i motociclisti, sotto sotto, hanno un'anima e si commuovono ... ma non lo fanno vedere
emsi
1 commento:
Ciao Mau,
Il libro di Pirsig, anche se non parla di moto, è sicuramente un capolavoro che ho letto e riletto per trarne sempre nuove riflessioni. Consigliatissimo a chi vuole pensare, sconsigliatissimo a chi cerca una lettura estiva "da ombrellone".
Se non ricordo male me lo regalasti tu...mai regalo fu più azzeccato! :)
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