mercoledì 10 novembre 2010

A fine mese andrò al concerto di Paolo Conte.
Per me è tappa fissa ed irrinunciabile ogni volta che viene a Roma.
Da pochi giorni è uscito il suo nuovo album, Nelson.
Lo sto ascoltando ma non mi convince molto.
Mi sembra un po' spento, costruito più sul mestiere (immenso) del talento astigiano che su vere e nuove cose da dire.
Nell'album precedente, "Psiche", c'erano spunti nuovi, diversi, interessanti.
In questo no.
Non rimane molto, non resta attaccato, sembra qualcosa di non particolarmente riuscito che stava in un vecchio cassetto e che è stato tirato fuori solo per presentare un nuovo album.
Stamattina leggevo su la Repubblica l'articolo che recensiva il concerto a Milano, inaugurale del tour.
E diceva che del nuovo album non ce ne sono molte .
Forse la mia sensazione non è così errata.
Forse non è un album felicissimo, il tocco del Maestro mi è sembrato un po' appannato, anche se dal vivo è ancora assolutamente godibile, anzi credo che la sua vera forza e natura si realizzi ancor più dal vivo piuttosto che in studio, grazie anche ai virtuosi musicisti che lo accompagnano in giro.

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