Ieri ho finito di leggere "Caduta libera", l'ultima fatica di Nicolai Lilin (del quale avevo parlato in occasione del suo primo libro "educazione siberiana") e "Prima di morire addio" il primo romanzo di Fred Vargas sconsideratamente pubblicato ora a sedici anni di distanza dalla prima uscita.
Se il Lilin del primo libro dava una bella sensazione di novità, di curiosità su un mondo oscuro e su tradizioni secolari e pressochè scomparse, questa seconda opera, che vuol essere un'immersione nella mostruosità della guerra (ed una delle più sporche degli ultimi anni - ma esistono guerre pulite? - quella cecena) pur avendo spunti interessanti ed alcuni momenti "belli", rimane tutto sommato un pò piatto, ripetitivo.
Cominciano forse ad affiorare i limiti narrativi ed affabulativi di Lilin che mi aveva convinto nella narrazione delle sua giovinezza siberiana mentre mi ha lasciato un pò perplesso e distaccato nella sua "avventura" militare.
Ripeto, ci sono elementi interessanti come quando descrive i retroscena della guerra in Cecenia con gli interessi e gli intrighi eco-politici, o come quando narra delle sensazioni di estraniamento dalla "società civile" nel momento del suo congedo e rientro nella vita quotidiana, dopo aver lasciato i suoi compagni a combattere.
Però alla fine lascia un senso di piattezza.
Sono curioso di capire se Nicolai presenterà ora qualcosa di completamente diverso o se avrà ballato una sola estate.
Per quanto riguarda la Vargas ... mah, per fortuna che il suo primo romanzo è stato pubblicato per ultimo e che nel frattempo ci siamo già affezionati ad Adamsberg e ai tre evangelisti, perchè questa sua prima fatica era veramente noiosa e sciatta.
Tutto sommato ci sono già in fieri protagonisti ed elementi che faranno poi la sua fortuna.
Qui abbiamo tre personaggi-imperatori ed un investigatore.
E immagino siano stati per la scrittrice francese i prototipi dei tre evangelisti e dello "spalatore di nuvole".
Ma qui sono solo abbozzati e noiosi; la storia si trascina stancamente senza picchi ed, anzi, in maniera piuttosto improbabile.
Certo, averlo letto dopo tante avventure di Adamsberg (e pure su di lui ho qualche riserva dopo l'ultima avventura ... aspettiamo e vediamo l'evoluzione) e dei tre affascinanti evangelisti è stato un pò come assaggiare un novello dopo un bicchiere di Barbaresco dell'84, guidare un cinquantino dopo essere scesi da un Ducati 748, ascoltare un cd pirata di Marco Masini dopo essere stato ad un concerto di Stefano Bollani ... no, forse questo è troppo ardito .....
Comunque il libro non è nulla di che; se potete o se volete, risparmiatevelo.
EM SI
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