L'inverno del nostro scontento, oltre al mal di schiena, ha visto come leit motiv una certa pigrizia nella lettura ... sarà la cataratta o un improvviso crollo di diottrie ?!?Mah, fatto sta che sotto capodanno iniziai "Quello che ti meriti" di Anne Holt.
E mi stava anche piacendo, però procedevo con lentezza disarmante, interrompendo per lunghi periodi.
Tant'è che nel frattempo avevo preso in mano "Il grande Gatsby" da sempre e da tutti definito come il capolavoro delle letteratura moderna americana.Sta ancora là, vivacchia col segnalibro a metà viaggio, senza avermi dato - per ora, 'chè non mi do per vinto - grandi emozioni.
Nel mentre finivo il noir scandinavo – alla fine gradevole, con personaggi interessanti e la scoperta di un mondo, quello dell’estremo nord e del suo welfare, spesso visto con stereotipi che non vanno ad incidere una conoscenza superficiale, mentre scavando a fondo anche lì si scoprono anime nere e coni d’ombra inquietanti – ho affrontato “L’educazione siberiana”, di Nicolai Lilin
Bello.
M’ha preso subito e m’è piaciuto.
Duro, reale.
Ho letto che è stato paragonato da alcuni a Gomorra, ma secondo me non c’entra nulla.
Gomorra è una denuncia verso un mondo criminale che sta affondando una nazione, sta distruggendo generazioni intere
Questo è il diario di memorie e di crescita di un ragazzo siberiano, discendente dagli urka, in un mondo che ora non esiste più.
Lui non da giudizi: non si può giudicare la propria vita, le proprie scelte.
Lui racconta, tramanda storie, episodi, eventi, che a lui furono narrati dai suoi vecchi o che ha vissuto in prima persona.
E tutto ciò si percepisce tra le pagine, anche e soprattutto tra le più dure, quelle del carcere minorile.
Non rinnega nulla ci ciò che ha detto o fatto, anzi; ne va giustamente orgoglioso, perché gli occhi disincantati che hanno visto violenze d’ogni tipo, soprusi e vendette sono gli osservatori migliori per giudicare la deriva morale, economica e sociale della Russia odierna, devastata dalle mafie e dai traffici illegali d’ogni tipo.
emsi