venerdì 30 ottobre 2009

Hashiru koto ni tsuite kataru tuki ni boku no kataru koto

O, più semplicemente, "L'arte di correre", l'ultima fatica ed è il caso di dirlo di Murakami Haruki.
Dopo aver chiuso, nell'81,il jazz bar Peter Cat per dedicarsi alla scrittura, cambiò radicalmente stile di vita: smise di fumare una sessantina di sigarette al giorno ed iniziò a correre.
Grazie agli allenamenti coprì l’intero percorso tra Atene e Maratona, LA Maratona.
E l’esperienza lo coinvolse e "sconvolse" a tal punto da decidere di partecipare ad almeno una competizione l'anno, fissa la sua presenza a quelle di New York (che si correrà domenica prossima) e di Boston ma anche ad una ultramaratona e ad alcune gare di triathlon, tra cui una proprio a Murakami (un destino nel nome ... ).
Scritto nell’arco di tre anni, “L’arte di correre”, la cui traduzione dall'inglese sarebbe più appropriatamente "What I Talk About When I Talk About Running - Di cosa parlo quando parlo di correre" omaggio, come dice l'autore stesso ad una raccolta di racconti di R. Carver (Di cosa parlo quando parlo d'amore) e a mio avviso titolo molto più bello di quello italiano, è una riflessione sulle motivazioni che, ancor oggi, spingono Murakami a sottoporsi a questa intensa attività fisica che giustifica quasi fosse una vera e propria terapia medica.
“Perché scrivere – dichiara l'autore – è un’attività pericolosa, una perenne lotta con i lati oscuri del proprio essere ed è indispensabile eliminare le tossine che, nell’atto creativo, si determinano nell’animo di uno scrittore”.
Certo, non ci sono i picchi creativi di Norvegian wood, di Dance, dance, dance o di After dark (tre dei titoli migliori, di Murakami) e, per chi non è appassionato di corsa, può alla lunga sembrare un ripetitivo e noioso, ma in fondo la corsa è ripetitiva e noiosa.
E forse sta proprio li il suo impalpabile, imperscrutabile fascino. emsi

2 commenti:

magau ha detto...

Grande articolo e complimenti per la playlist di canzoni, che rendono la lettura ancora più piacevole.

emsi ha detto...

Eh, eh, gentilissimo mio caro.