"La donna dei fiori di carta" di Donato Carrisi.
Di lui, scambiandolo per uno dei tanti autori scandinavi o comunque nordeuropei di noir che tanto di moda van di questi tempi, avevo letto "Il suggeritore".
E lo avevo apprezzato proprio per il coraggio di affrontare, da italiano, qualcosa di diverso, di presentare una storia che finalmente non narrasse solo di problemi di pianerottolo, che non fosse un romanzo condominial-borghese come tanti se ne scrivono, pubblicano e -forse- leggono nel belpaese.
Tant'è che fu uno dei libri italiani più tradotti all'estero.
Ed ora ho appena terminato questo romanzo breve o racconto lungo.
Un racconto affascinante, un duello verbale tra due uomini, scandito da sigarette.
Uno degli incipit più coinvolgenti degli ultimi tempi; non è un libro perfetto, soprattutto mi ha lasciato l'amaro in bocca proprio per la sua brevità e per la conclusione che sembra affrettata, un po' raffazzonata ed appiccicata, non perfettamente rifinita.
Però ci sono passaggi affascinanti, seppur qualche caduta di stile e un certo qualcosa che ricorda troppo alcuni personaggi e storie hollywoodiane.
Un romanzo che certamente incuriosisce, che lascia la voglia di approfondire alcune storie ed episodi narrati.
C'è un continuo mescolarsi tra fantasia e storia reale.
Una storia del genere in mano ad Umberto Eco o a Ken Follet avrebbe fatto partorire almeno 400 pagine di libro, i poco più dei 150 di questo alla fine diventano troppo esili per completare la narrazione come dio comanda.
Diciamo un'occasione mancata, però vivaddio c'è qualcuno in Italia che ha voglia di scavare nella storia e nelle storie e di giocare con la fantasia propria e dei lettori.
4 commenti:
Mi hai incuriosito, vedo di reperirlo... ma ho anche un'altra curiosità: come hai fatto a scambiare uno che si chiama Donato Carrisi con un svedefinnico danese?
magari il padre era il cugino di AlBano (Carrisi) che in giovine età si era trasferito a Goteborg dove aveva aperto un ristorante pugliese .... come tu ben sai i pugliesi si insinuano in ogni dove ... sono infidi ... sò arivati pure in Spagna (e guarda che fine che sta a fà la penisola iberica)
Ah e comunque era in senso ironico il mio scambiarlo per uno scandinavo, era per dire del tipo di scrittura ed argomento alquanto lontani dagli stereotipi italioti
azzz... e io che pensavo finalmente di averti colto in fallo.... maledetto Emsi... hai vinto anche stavuolta !!!! ;-)
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